-------- La storia della Autobianchi A112 Abarth --------

L' Autobianchi A112 Abarth è una utilitaria sportiva, prodotta in sette serie successive, a partire dall' anno 1971, e sino all' anno 1985.

Il contesto in cui nacque l' autovettura

Grazie al notevole, repentino, nonchè indiscutibile successo ottenuto dalla Autobianchi A112 il gruppo Fiat, tramite la controllata Autobianchi, era riuscito a contrastare in modo molto efficace la sino ad allora quasi totale supremazia della Mini nel settore occupato da quelle vetturette che oggi si potrebbero definire "utilitarie di lusso".

Dal canto suo, dopo aver verificato l'impossibilità riuscire ad immettere sul mercato automobilistico un modello radicalmente nuovo in tempi brevi, la casa automobilistica Innocenti, che in realtà era diventata una sorta di filiazione situata in territorio nazionale dell' inglese Morris, corse immediatamente ai ripari presentando celermente il modello identificato con la sigla "Mini Cooper MK3", che si rivolgeva, a differenza dell' auto dalla quale derivava, ad una clientela prettamente maschile, disposta ovviamente a sopportare un rilevante aumento di spesa, pur di poter acquistare una vetturetta immediatamente associabile ad un ricco blasone sportivo, e quindi anche detentrice di un notevole patente di esclusività. 

l' allestimento dei prototipi

L' idea di immettere sul combattuto mercato automobilistico dell' epoca una vettura perfettamente in grado di rivaleggiare a livello di prestazioni e di immagine con la blasonata  "Mini Cooper" venne al grande preparatore sportivo Carlo Abarth, il quale, in concomitanza con lo svolgimento del "Saloncino dell'auto sportiva", nel corso dell' anno 1970, aveva realizzato e successivamente presentato presso la stessa manifestazione un prototipo allestito utilizzando come base la Autobianchi A112, equipaggiandolo però con un propulsore in grado di sviluppare la rispettabile potenza massima di ben 107 HP, e dotato della distribuzione a testa radiale, espressamente strutturato per le competizioni sportive, suscitando gli entusiasmi e ottenendo il totale consenso della stampa specializzata dell' epoca.

Il grande preparatore Carlo Abarth nel suo studio

 Il  prototipo sportivo costruito  utilizzando  come  base

l' Autobianchi  A112,  presentato  dall'  Abarth  nel 1970

Ultima realizzazione completamente autonoma di Carlo Abarth, il grintoso prototipo rappresentava in realtà una sorta di tentativo posto in atto allo scopo di convincere casa automobilistica Fiat a fornirgli le basi meccaniche, indispensabili per poter realizzare successivamente in piccola serie, lotti di pepatissime autovetture, destinate ai piloti privati.

Ciò avrebbe sortito in primo luogo un immediato rinvigorimento dell' immagine del glorioso "marchio dello scorpione" presso il pubblico automobilistico dell' epoca, e in secondo luogo un immediato miglioramento delle sue condizioni finanziarie, in quei frangenti piuttosto critiche.

La circostanza prospettata dal celebre preparatore in realtà non si verificò, poichè Il colosso torinese scartò immediatamente l'ipotesi consistente nel mettere in cantiere la produzione una costosa automobile da corsa.

Tuttavia le soluzioni proposte da Carlo Abarth vennero comunque prese in considerazione, con lo scopo di dare l' avvio alla produzione di una brillante ed esclusiva versione sportiva di quella che nel frattempo si era rivelata una vetturetta di successo e sicuramente molto indovinata.

Sostanzialmente si treattava di realizzare e successivamente lanciare sul mercato una versione sportiva della Autobianchi A112, con la quale riuscire a contrastare efficacemenbte il successo ottenuto nel frattempo dalla brillantissima "Mini Cooper".

Vennero allora studiati e successivamente ralizzati due prototipi, costruiti dalla Fiat, uno equipaggiato con un propulsore in grado di sviluppare una potenza massima di 63 HP, dotato di testata convenzionale, e l'altro equipaggiato con un propulsore in grado di erogare una potenza massima di 74 HP, dotato invece di  testata radiale.

Tali prototipi furono realizzati allo scopo di poter svolgere rapidamente i primi test su strada, cosa questa che avvenne nel corso del gennaio dell' anno 1971, proprio mentre la Fiat stava concludendo la trattativa relativa all' acquisizione dell' azienda gestita da Carlo Abarth. 

La presentazione ufficiale della prima serie dell' Autobianchi A112 Abarth

Presentata ufficialmente durante lo svolgimento del Salone dell'automobile di Torino, nel corso dell' ottobre dell' anno 1971, l' Autobianchi A112 Abarth ottenne un immediato e positivissimo  riscontro di pubblico, raccogliendo immediatamente una sostanziosa quantità di ordinativi, nonostante l'elevato prezzo acquisto, il cui valore raggiungeva ₤ 1.325.000, dunque un corrispettivo di poco inferiore a quello della Cooper MK3 (₤ 1.365.000), ma addirittura superiore a quello prerogativa di vetture sportive di maggior cilindrata e dimensioni, quali la Fiat 128 Coupé (₤ 1.300.000), la Fiat 128 Rally (₤ 1.220.000), la NSU 1200 TT (₤ 1.215.000) e la Ford Escort Sport (₤ 1.185.000).

Un' immagine della presentazione ufficiale della Autobianchi A112 Abarth

Oltre a svariate differenze di dettaglio negli allestimenti, e alla vistosa livrea rosso corsa, che maggiormente risaltava, poichè contrastata decisamente dal nero opaco di cui erano dipinti il cofano e le fasce sottoporta, l' Autobianchi A112 Abarth era contraddistinta dall' essere equipaggiata con un propulsore abbondantemente rivisto dal celebre preparatore Carlo Abarth, che dopo l' aquisizione della sua azienda da parte della casa automobilistica torinese Fiat, ne era diventato un consulente.

La cura che il celebre preparatore pose in atto allo scopo di vivacizzare le gia brillanti prestazioni fornite dal propulsore contraddistinto dalla cilindrata di 903 cm³ fu piuttosto pesante ed incisiva, comportando una serie di modifiche, quali l'aumento della i cilindrata a 982 cm³, ottenuto tramite l'allungamento della corsa, l'inserimento di un nuovo albero motore in acciaio nitrurato, l'innalzamento del rapporto di compressione a 10:1 mediante l'adozione di pistoni stampati con segmenti cromati, la riprogettazione dell'albero a camme e delle sedi delle valvole, la modifica all'impianto di scarico e l'adozione di un carburatore doppio corpo, in sostituzione del monocorpo che equipaggiava il motore delle vetture di normale produzione.

Anche l'impianto frenante subì modifiche sostanziali, quali  la maggiorazione delle pinze dei dischi anteriori e l'adozione del servofreno, mentre la potenza del motore, che già nella fase sperimentale aveva superato abbondantemente i 60 HP, venne limitata a 58 HP, di modo che il propulsore potesse raggiungere i previsti standard di longevità, affidabilità, e robustezza.

Sostanzialmente invariata invece rimase la struttura della scocca, mentre gli interni vennero sottoposti ad un energica cura ricostutuente, poichè la selleria venne curata a livello artigianale, mentre la strumentazione venne completata e integrata con l' adozione degli strumenti tipici delle versioni sportive dell' epoca.

I sedili divennero ovviamente "anatomici", furono dotati di appoggiatesta, e parimenti fece la sua comparsa  il nuovo volante a tre razze, caratterizzato da un bel disegno, nonchè dotato di un' esclusiva corona in pelle.

Le modifiche effettuate al propulsore comportarono ovviamente un netto miglioraramento delle prestazioni, rispetto alla versione normale, sia con risultati prevedibili, ed altri casi quasi inspiegabili.

A fronte del corposo incremento delle doti di velocità ed accelerazione, si dovette registrare un lieve aumento degli spazi di frenata, a dispetto dell'impianto potenziato, oltre ad una sorprendente diminuzione (-15%) del consumo di carburante che fece quasi gridare al miracolo.

Per i primissimi esemplari costruiti è da segnalare lo sporadico surriscaldamento del lubrificante motore, nonostante l'accorgimento della coppa dell' olio costruita in alluminio, presto risolto tramite l' aggiunta, nel corso del gennaio dell'anno1972, di un piccolo radiatore, che ne agevolava il raffreddamento.

Nata dunque sotto una buona stella e senza rilevanti difetti di gioventù, la Autobianchi A112 Abarth ottenne un immediato e positivo riscontro commerciale, destinato a perdurare per più di quindici anni, senza alcun dubbio una circostanza molto rara, specie tra le auto sportive derivate dalla produzione di grande serie.

La seconda serie

Al Salone dell'Auto di Ginevra del 1973, venne presentata la seconda serie che mantenne invariata la meccanica, che era analoga a quella prerogativa della prima serie.

Le modifiche più importanti riguardavano gli interni, finalmente dotati di sedili reclinabili, corredati di appoggiatesta regolabili.

Esternamente furono eliminate le vistose fasce nere sottoporta, nonchè le cornici cromate dei fari e della calandra, queste ultime sostituite da elementi in plastica nera.

Anche i paraurti cromati vennero sostituiti da altri, rivestiti in gomma nera, e di maggiori dimensioni, mentre i proiettori vennero dotati di lampade allo iodio, e l'offerta di dotazioni opzionali contemplava ora i cerchi in lega leggera, l'antifurto meccanico ed il lunotto termico.

La vettura veniva offerta, al prezzo base di ₤ 1.506.400, nella tinta bicolore rosso corsa con cofano nero, oppure nelle tinte monocolore beige, arancio-salmone, grigio-visone e blu president, tutte d' effetto.

La terza serie

All'inizio dell' anno 1975 fecero il loro ingresso sul mercato gli esemplari appartenenti alla terza serie, distinguibili da quelli precedenti a causa di alcune modifiche alla parte posteriore, consistenti nel nuovo disegno dei gruppi ottici, e nell'aumentata superficie delle griglia di uscita dell'aria sui montanti posteriori.

L' innovazione principale riguardò però l' adozione della nuova e ben più potente motorizzazione, contraddistinta da una cilindrata aumentata a 1.049 cm³ , e in grado di sviluppare una potenza massima di  70 HP, che fiancheggiava ma non sostituiva la precedente,  permettendo alla brillante vetturetta di raggiungere e superare senza alcuna difficoltà la soglia dei 160 km/h.

La nuova profilatura del vano posteriore dell' abitacolo permise l' omologazione per 5 posti, anzichè per soli 4, come era accaduto in precedenza.

Entrambe proposte nelle tonalità monocolori rosso corsa, rosso attinia, verde, blu Antibes, blu Lancia, bianco e azzurro metallizzato, le versioni 58 HP e 70 HP venivano rispettivamente vendute ai prezzi base di ₤ 2.172.000 e ₤ 2.228.000, mentre Il cofano dipinto in nero opaco veniva fornito solo su richiesta.

La quarta serie

Nel corso della seconda metà degli anni settanta prese l' avvio il declino commerciale della Autobianchi  A112 Abarth, determinato dallo spostamento d'interesse dei potenziali acquirenti di auto sportive verso automobili dotate di motori aventi cilindrate maggiori, nonchè dalla concorrenza interna allo stesso gruppo della Fiat 127 Sport, ed esterna, ad opera della piccola ma ugualmente cattiva Innocenti Mini De Tomaso e, soprattutto, dalla Renault 5 Alpine, auto dotata di ben altre capacità a livello prestazionale.

La piccola sportiva costruita dalla casa di Desio, comunque, riuscì a conservare l' interesse di una fetta di affezionata clientela, per la quale si provvide all' immissione sul mercato della quarta serie, presentata nel corso del novembre dell' anno1977.

Tale versione era contraddistinta dall' adozione di una scocca particolare, rinforzata, appositamente realizzata per la Autobianchi A112 Abarth, denominata "B2", che costituiva la modifica più significativa ed al contempo una svolta tecnica attuata rispetto alla versione precedente, in previsione di un consistente aumento della potenza del propulsore che avrebbe dovuto equipaggiarla.

All'esterno la vettura fu completamente rivista esteticamente tramite l' adozione di un nuovo disegno del frontale, di nuovi gruppi ottici posteriori raccordati al porta targa, di massicce fasce paracolpi laterali, di una vistosa presa d'aria dinamica sul cofano motore e di un nuovo paraurti anteriore incorporante lo spoiler.

Scomparve poi dalla mascherina la caratteristica scritta "Autobianchi Abarth" corredata di due tondi grigliati e, considerato l'incremento di statura delle nuove generazioni italiane, il tetto venne rialzato di circa 2 cm in altezza.

La versione equipaggiata con il motore in grado di erogare 58 HP uscì completamente di produzione, e vennero poste in atto una serie di piccole migliorie a livello di meccanica che interessavano soprattutto il cambio e l'impianto frenante, quest'ultimo potenziato, essendo stato dotato di pompa ad azione differenziata, in luogo del precedente servofreno che agiva sui dischi anteriori.

Nel corso del gennaio dell' anno 1978, l 'Autobianchi A112 Abarth 70 HP quarta serie venne posta in vendita al prezzo base di ₤ 3.894.000, con la medesima scelta di colori prerogativa della serie precedente.

La Autobianchi A112 Gold Ring del 1979

Con il particolare appellativo di Autobianchi A112 Abarth "Gold Ring" venne identificata una serie prodotta nel numero di soli 150 esemplari nel corso dell' anno 1979, in concomitanza con l' uscita di produzione della quarta serie e l' immissione sul mercato automobilistico dell' epoca della quinta serie, che avvenne a Perugia, ad oggi ne sopravvivono un numero limitatissimo di esemplari, si presume non più di cinque.

La versione Gold Ring era caratterizzata dall' adozione di una particolare livrea nera, dalla presenza di una particolare filetto decorativo color oro che ne cingeva la carrozzeria, dall' adozione di cerchi in lega che pur conservando il disegno originale erano dipinti anch' essi di un vistoso color oro.

Per quanto concerne gli interni le differenze principali riguardavano la tipologia della tappezzeria, che su tali esemplari era interamente in velluto color tabacco, a differenza delle altre A112 Abarth, i cui interni erano allestiti utilizzando e combinando fra loro un misto velluto e finta pelle.

La quinta serie

Il processo di "civilizzazione", iniziato di fatto con l' immissione sul mercato della quarta serie, si fece ancora più netto ed incisivo in concomitanza con l' avvio della commercializzazione della quinta serie della popolare vetturetta, e venne simbolicamente sottolineato dalla scomparsa degli scorpioni Abarth applicati sulle fiancate della carrozzeria.

Tutti gli aggiornamenti peculiarità della quinta serie, presentata nel corso del luglio dell' anno 1979, furono tesi al miglioramento del comfort di guida, trascurando ogni innovazione prettamente sportiva, o un semplice incremento di potenza.

A parte qualche marginale ritocco all'estetica esteriore della vetturetta, le innovazioni meccaniche più importanti riguardarono l'adozione del cambio a 5 marce e quella dell'accensione elettronica.

La dotazione di serie divenne poi particolarmente ricca, poichè ora comprendeva le luci di retronebbia, lo specchietto esterno regolabile dall'interno, il lunotto termico, i vetri atermici, il tergilunotto ed il sedile posteriore sdoppiato.

La vettura veniva all' epoca offerta nelle tonalità monocolori rosso corsa, rosso attinia, blu Lancia, bianco Saratoga, amaranto ardenzia, nero, beige Marocco e grigio chiaro o scuro metallizzati, al prezzo base di ₤ 5.469.000.

La sesta serie

Nonostante tutti gli sforzi posti in atto dalla casa madre per rinverdire l' immagine della sua creatura, che dopo oltre dieci anni di onorato servizio cominciava inevitabilmente a pagare lo scotto dell' essere il frutto di un progetto e di una concezione tecnica non più recentissimi, si andò incontro ad un ulteriore e, aimè, consistente diminuzione dei numeri di vendita.

Il verificarsi di questo stato di cose spinse la casa madre a prendere in considerazione l' eventuale uscita di produzione di tale versione, ma l'assenza di un nuovo modello in grado di sostituirla validamente, unito all' ostinazione di una clientela particolarmente affezionata, fecero propendere la dirigenza della casa per la messa in cantiere di un ennesimo restyling. 

Da un indagine conoscitiva effettuata dalla Fiat, risultava infatti, che il 72% di coloro che avevano acquistato una A112 Abarth negli anni ottanta, era già stato precedentemente il possessore di un modello analogo.

Presentata al Salone dell'automobile di Parigi dell'ottobre 1982, la 6ª serie non registrò alcuna miglioria meccanica, limitando le innovazioni a lievi modifiche degli interni e della carrozzeria che poteva essere scelta in una vasta gamma di tinte normali e metallizzate.

La sesta serie  venne posta in vendita al prezzo base di ₤ 8.190.000 che, per effetto della forte inflazione di quegli anni, era anche il sestuplo del prezzo iniziale ! .

La settima e ultima serie

Il settimo ed ultimo aggiornamento della versione sportiva della popolare vetturetta venne presentato nel corso della primavera dell' anno 1984 e posto in vendita con un prezzo di listino base di ₤ 9.906.000.

Si trattava in buona sostanza della classica versione di fine serie, con buone dotazioni di accessori, condite con qualche vistosa modifica di carattere puramente estetico, come per esempio la grossa fascia catarifrangente posteriore, recante la scritta "Abarth" serigrafata.

Dopo ben quindici anni di brillante e onorata carriera , e dopo aver costituito per tutto quel lungo periodo un' ambitissimo oggetto automobilistico per una vastissima schiera di potenziali utenti, L' Autobianchi  A112 Abarth uscì ufficialmente dal listino della casa nel luglio dell' anno 1985, e in quell' epoca il suo prezzo base aveva raggiunto la cifra di ₤ 10.476.000.

Il celebre logo dello scorpione

L' impiego del modello nelle competizioni sportive

L'utilizzo nelle competizioni seguì immediatamente successivo alla messa in commercio della grintosa vetturetta, e proseguì ininterrottamente per quasi vent'anni, tanto che la prima omologazione sportiva venne registrata nel mese di marzo dell' anno 1972, e l'ultima ebbe la scadenza coincidente con il mese did dicembre del 1990.

Le  Autobianchi A112 Abarth vennero impiegate con successo in tutte le categorie sportive a ruote coperte, da uno sterminato numero di piloti professionisti o dilettanti, conquistando un palmarès complessivo di titoli ancor oggi impressionante, mentre attualmente sono ancora largamente utilizzate nelle gare in salita o nei rally riservati alle vetture storiche.

Il campionato monomarca Autobianchi A112 Abarth 70 HP

Verso la metà degli anni settanta i proprietari di Autobianchi A112 Abarth che intendevano cimentarsi nelle varie specialità di rally, salita o regolarità, raggiunsero un tale numero che la Fiat decise di organizzare un vero e proprio campionato monomarca.

Tale manifestazione, denominata Campionato Autobianchi A112 Abarth 70 HP, venne disputata a partire dall' anno 1977, e sino all' anno 1984, rivolgendosi principalmente a giovani aspiranti piloti che, facendo fronte ad una spesa tutto sommato modesta, si ponevano in condizione di mettere alla prova il loro talento sportivo.

Il kit di trasformazione, preparato per allestire la vettura di serie, era composto da rollbar, impianto antincendio, cinture di sicurezza, proiettori supplementari, paracoppa dell'olio, e da una serie di particolari di minore entità.

Il Campionato monomarca Autobianchi, le cui manifestazioni si svolgevano spesso quali attrazioni introduttive alle gare del Campionato Italiano Rally, si rivelò una vera fucina di giovani piloti, alcuni dei quali raggiunsero fama nazionale e internazionale, come Bettega e Cunico, mentre nel campionato femminile si mise in mostra anche Paola de Martini.

Una Autobianchi A112 Abarth impegnata nello

svolgimento  di  una   competizione   sportiva